lunedì 30 gennaio 2017

Alle prossime elezioni non ci sarà la maggioranza





Il 25 Gennaio scorso la Corte Costituzionale ha finalmente deciso sull'incostituzionalità dell'Italicum, la legge elettorale ideata dal governo Renzi. Il verdetto si è concretizzato nella cancellazione del ballottaggio e nella moderazione della pluricandidabilità.

Cosa significa tutto questo? Significa che ora l'Italicum corretto, che ricordiamo vale solo alla Camera, consiste in un proporzionale senza coalizioni, con un premio di maggioranza alla lista che raggiunge il 40 per cento dei voti, che permetterebbe al partito che vince di avere 340 seggi in parlamento e quindi la maggioranza assoluta. Inoltre i capilista bloccati rimangono, ma non rimane la possibilità di scegliere il collegio per un candidato che riesce ad essere eletto in più collegi. La scelta arbitraria del candidato sarà rimpiazzata dal sorteggio.

Da qui sono iniziate a fioccare le simulazioni più disparate, paventando anche la possibilità abbastanza concreta che alle prossime elezioni non si possano raggiungere maggioranze nemmeno con le larghe intese Pd-Fi. Come questa simulazione di Demopolis (qui il link).


Il fatto che nessuno dei partiti raggiunga il 40 per cento, costringe a formare una coalizione post voto per avere la maggioranza, tuttavia con tutte le alleanze plausibili nessuno riuscirebbe ugualmente a raggiungerla. Ovviamente questa è solo una simulazione figlia di un sondaggio, che lascia il tempo che trova, ma non è detto che questo scenario sia improbabile.

Inoltre bisogna ricordare come al Senato vige il Consultellum, che è un proporzionale puro senza premio di maggioranza. Insomma, l'ennesima legge elettorale all'italiana, che rispecchia oltretutto la perenne frammentazione politica italiana, che dura dal secondo dopoguerra.

E' per questo che Matteo Renzi, con i suoi fedelissimi (fino ad ora) Orfini e Franceschini auspicano un ritorno al Mattarellum, che sarebbe l'ultima speranza di avere una parvenza di governabilità, come la intendono loro, e di svantaggiare il Movimento 5 Stelle. Per cui da domani saranno aperte le trattative con gli altri partiti, per capire se anche gli altri vogliano il Mattarellum o almeno una nuova legge scelta in modo collegiale. Berlusconi ha già scaldato i motori scegliendo la delegazione che dovrà trattare con il PD. La nuova scadenza, quindi, è il 13 Febbraio, giorno in cui nella direzione PD si scoprirà se i partiti vogliono collaborare o se si andrà al voto anticipato. Gli scenari sono diversi:

1) Al voto con il Mattarellum: Renzi e gli altri partiti trovano l'intesa sul Mattarellum e si va ad elezioni con quello. E' lo scenario più improbabile, dato che nessun altro lo vuole. Alfano e Berlusconi si sono già espressi a favore del proporzionale per ovvie ragioni, e non si può di certo dire che le altre forze politiche siano favorevoli. Tuttavia un'ipotesi che comincia a circolare sia quella di porre la fiducia per far passare la legge che vuole il PD, cosa per altro di dubbio efficacia a fine legislatura.

2) I partiti riescono ad accordarsi su un'altra legge elettorale, forse sul modello tedesco.

3) I partiti non riescono ad accordarsi su alcuna legge elettorale. E' lo scenario più probabile, che porterebbe al voto con un Italicum corretto alla Camera e un Consultellum al Senato.

4) Mattarella "tiene in ostaggio" tutto il Parlamento finchè non esce una legge elettorale armonizzata per entrambe le camere. Cosa significhi armonizzato, poi, è tutto da vedere, dato che taluni dichiarano che le due leggi elettorali abbiano comunque entrambe un impianto proporzionale. Un problema che comunque sarebbe facilmente risolvibile se si decidesse per miracolo di fare come propone il M5S, cioè applicare l'Italicum corretto anche al Senato.

Si cercherà quindi di capire se Renzi voglia davvero andare al voto anticipato o se stia solo bluffando. Certo è che le forze centrifughe del suo partito lo stanno mettendo sotto pressione, vedasi D'Alema ed Emiliano, per non parlare dello spettro del Referendum sul Jobs Act. A questo punto, forse, la mossa del voto anticipato sarebbe quella migliore. Per lui, si intende.

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